domenica 14 febbraio 2016

Ed egli disse: "Io sono il Polpetta..."

Nel mezzo del cammin di nostra vita, camminavo in un tratto di strada male illuminata che dall' ATM del centro del paese porta verso la mia magione, attraversando con un ponticello abusivo un fiumiciattolo che quella sera era ance piuttosto gonfio e incazzato.
Quando ad un tratto vidi qualcosa cadere dal cielo e un grosso rumore di splash nel fiume. Sono sempre stato un curioso impertinente, e affrettai il passo per vedere cosa fosse caduto nel fiume. Pensavo ad un meteorite, speravo di un materiale spaziale che non esiste in natura, magari lo potevo prendere per primo e farci un sacco di soldi. Ma, come dicevo, il fiume non era in vena di farsi esaminare: l'acqua scorreva veloce, trascinando verso valle detriti, bastoni, pezzi di plastica e altra robaccia, e alla luce dell'unico lampioncino era sporca e marrone. Guardavo l'acqua, cercando di capire dove fosse caduto il meteorite e se fosse poi saggio iniziare le ricerche con quelle condizioni, quando vidi come una bolla gonfiarsi, sollevarsi, ed infine un qualcosa di tondo, dal diametro di circa un metro uscire dal fiume, levitando. Ero così stupito da non riuscire a capire se stessi sognando, o se fossi di fronte ad un fenomeno della natura a me sconosciuto. Invece avevo di fronte a me un essere senziente. La sfera, marroncina come l'acqua da cui si era sollevata si diresse verso il palo della luce, fluttuando. "Cazzo!" dissi, "che cazzo di minchia sta succedendo porca troia schifosa impestata ladra?"
La sfera si fermò a mezz'aria e venne verso di me, sollevandosi un poco. "Ehy!" dissi. "Ehy." rispose.
Non v'erano più dubbi che fosse senziente.
"Chi sei?" chiesi.
"Io sono.... il Caduto. Io sono il Polpetta" disse. mi resi conto che in effetti non parlava, ma con me utilizzava una sorta di telepatia.
"Ah." dissi io. "Grazie per averlo...chiesto. Adesso... ho un nome. Adesso... esisto".
"Posso fare qualcosa per te?"
"Ho.... freddo. Qualcosa per... scaldare."
"Si. ok." dissi, ma non è che volevo portarlo in casa. Non mi sembrava saggio. C'era però poco distante da li un rimasuglio di un barbeque che qualche peruviano di passaggio aveva allestito sulla riva del fiumiciattolo. Come speravo trovai poco distante dal cerchio di sassi della carta asciutta, dei rametti pronti e della carbonella. Il peruviano aveva intenzione di ritornare. Ops.
Accesi il fuoco con la carta e in preda ad un euforica generosità misi subito ad ardere tutti i rametti e la carbonella subito dopo. Sono sicuro che il peruviano avrebbe voluto così.
Alla luce del fuoco vivace guardai meglio quell'essere senziente. In effetti sembrava proprio una grossa meatball, tipo di quelle che gli americani mettono negli spaghetti spacciandoli per una ricetta italiana, ma molto più grossa.